Bitcoin: affrontare la controversia

Nasdaq.com
di Martin Tillier, 7 Agosto 2014
articolo originale: http://www.nasdaq.com/article/bitcoin-addressing-the-controversy-cm377791

A partire dal prossimo Lunedi, terrò una rubrica fissa riguardo Bitcoin per Nasdaq.com. Vi sarà uno sguardo alla settimana successiva e altri articoli occasionali quando ci saranno novità significative o movimenti di mercato rilevanti. Prima di cominciare, ho voluto dare un’occhiata alla polemica Bitcoin.

L’improvvisa ascesa di Bitcoin, e in particolare la molto discussa volatilità del mercato Bitcoin, ha visto molti respingere la valuta come una moda, una bolla, o una truffa. Gli aderenti hanno risposto con il tipo di superiorità compiaciuta che spesso accompagna la rapida adozione di una tecnologia; “…semplicemente non lo capisci!” è un commento visto spesso, ma in realtà non aggiunge molto alla discussione. Come sembra succedere troppo spesso nel mondo moderno, il dibattito è diventato sempre più polarizzato. Sembra che si debba vedere l’avvento di Bitcoin come intrinsecamente buono o cattivo. Per me, con quasi 20 anni di esperienza nei mercati valutari interbancari, non è ne uno ne l’altro: è solo un’altra valuta.

Bitcoin è una crypto-moneta, o moneta virtuale. È creato e controllato dalla crittografia, invece che da una banca centrale, una distinzione che molti trovano difficile da afferrare. In realtà, per gli operatori del mercato, questa è una distinzione che non fa differenza. I critici sostengono che la mancanza di un supporto da una banca centrale rende Bitcoin essenzialmente privo di valore, ma questo mostra mancanza di comprensione di come funzionano le valute e i mercati valutari.

Nessuna moneta ha un valore oltre quello che gli utenti pongono su di essa. Da quando la maggior parte dei paesi ha seguito gli Stati Uniti nel 1971 abbandonando il gold standard, le valute hanno valore semplicemente perché hanno valore. E' la volontà delle persone di accettarle in cambio di beni e servizi che le fa funzionare. Il semplice fatto che i due più grandi processori di pagamenti Bitcoin, Bitpay e Coinbase, sostengono che oltre 75.000 imprese accettano la valuta (in base a questo articolo di Mashable - http://mashable.com/2014/08/06/bitcoin-retailers/) lo rende una moneta, piaccia o no ai critici. Il fatto che tali imprese sono nomi familiari come Amazon, Target e CVS dovrebbe chiarire che Bitcoin non sono è una moda passeggera di Internet.

Questo non vuol dire che l’acquisto e la detenzione Bitcoins sia senza rischi. In tutto il mondo si sta pensando a come regolamentare il mercato, ma nulla è pronto e ciò può portare a problemi come quelli sperimentati da MtGox. Quella storia ci mostra che ci sono vulnerabilità nel sistema e magari cattivi attori, ma non dice nulla sulla moneta stessa. Il furto informatico di milioni di dollari ogni giorno o lo smascheramento occasionale del Bernie Madoffs di turno ci fanno forse dubitare del dollaro? No, ci sprona solo alla lotta contro i ladri, e lo stesso dovrebbe essere vero con Bitcoin. I critici sono anche preoccupati del fatto che l’emissione di Bitcoin non sia controllabile come anche la conseguente svalutazione della moneta. Questo è vero, naturalmente, ma ancora una volta conferma solamente lo status di Bitcoin come valuta. La storia è piena di esempi di governi e banche centrali che fanno proprio questo.

Detto ciò, io non sono un evangelista Bitcoin. Io sono in molti modi agnostico sia sul concetto che sulla valuta. Non ho un parere sul fatto che si tratti di una cosa buona o cattiva; io non cerco di negare che si tratti di una cosa, una cosa che è scambiata attivamente. Vedo il mio ruolo nelle prossime settimane e mesi non come quello di un avvocato o di un detrattore, ma come quello di uno con decenni di esperienza nei mercati valutari che può aiutare a capire meglio il mercato Bitcoin e le notizie e gli eventi che lo influenzano. Se otterrò questo allora avrò avuto successo, sia tu un vero credente, uno scettico, o semplicemente, come me, un realista.


Aggiornamento.

Alla luce delle osservazioni che seguirono la pubblicazione di questo articolo, ho ritenuto necessario qualche chiarimento. Ero consapevole del fatto che il numero di Bitcoin che possono essere generati è limitato dal protocollo, ma la mia intenzione era di sottolineare che questo, di per sé, non lo differenzia da altre valute. Forse solo l’aggiunta delle parole “in teoria” dopo “è vero” avrebbe reso il mio punto un po' più chiaro.

In passato, anche la disponibilità di valute più convenzionali in nazioni democratiche è stata limitata, e sarebbe dovuto servire il democratico consenso di tutti per modificarla. Ciò, tuttavia, non ha fermato i paesi dall’abbandonare quei protocolli, per esempio abbandonando il gold standard. Il punto qui è che i protocolli possono essere modificati, ma se avete fede nel Dollaro USA, nell’Euro o in altre valute, allora si può avere almeno fede in egual misura in Bitcoin. In realtà, dato che è necessario l’accordo diretto degli utenti di Bitcoin per cambiarne il protocollo, la fede in Bitcoin è forse ancor più giustificata.

Con il senno di poi, avrei incluso il fatto che l’emissione è limitata, anche solo a beneficio di chi non conosce Bitcoin e la storia dei protocolli che lo circondano, e mi scuso per non averlo fatto. Ho fatto il classico errore di assunzione. Ho pensato che almeno un certo grado di limitazione fosse stato evidente. Se così non fosse, quale valore avrebbe Bitcoin?